Ogni giorno
riceviamo una carezza in dono che come un velo invisibile e sottilissimo si
posa sul palmo della nostra mano. Questo velo scompare nel momento in cui viene
utilizzato, cioè nel momento in cui la carezza viene data, in qualche modo passata, a
qualcuno. Se invece la carezza non viene data, quel velo impercettibile rimane
lì sul palmo della mano e il giorno dopo a quel velo se ne aggiunge un altro,
diventando un po’ più percettibile. Il giorno dopo se ne aggiunge un altro di
velo, e il giorno seguente ancora uno. E così, carezza dopo carezza, quei
troppi veli accumulati cominciano ad appesantire le mani, ne irrigidiscono i
movimenti, tutte quelle carezze impilate una sull’altra si “solidificano”, e la
carezza non è più capace di essere carezza: sa solo essere schiaffo. Dunque,
secondo questa teoria, la carezza deve diventare un’abitudine quotidiana.
Perché essere gentili, per quanto appaia semplice, non è una cosa naturale, ma
qualcosa da tenere in costante allenamento. Di conseguenza, la violenza non è
altro che gentilezza anchilosata, detriti di bontà non manifestata, buone
intenzioni troppo a lungo rimandate. Per queste bellissime parole ringrazio
Adalgisa, la nonna di Lorenzo De Rita.